Femminista

E’ la Festa della Donna: quanto ancora dobbiamo conquistare?

Oggi, 8 marzo, ricorre la Festa della Donna o Giornata Internazionale della Donna. E’ un tema sempre attuale. Ogni anno mi ritrovo a pensare e ripensare su quante cose noi donne dovremmo ancora fare per riuscire ad ottenere il rispetto e la parità. Quanto ancora dobbiamo aspettare per venire considerate al pari degli uomini?
Non sono una femminista, nell’accezione dispregiativa che il più delle volte è associata alla parola. Credo solo che le donne purtroppo vivano ancora una condizione di svantaggio, per lo meno in questo Paese.
Avevo scritto qualcosa qualche anno fa in riferimento proprio alla Festa della Donna e anche se nella mia vita da allora molte cose sono cambiate, condivido appieno quanto sostenevo. E pur essendo passati degli anni, denoto che lo stato attuale è il medesimo.
Qualche conquista nei secoli l’avremo pure ottenuta. Possiamo esprimerci, votare, guidare, fare figli e abortire, divorziare, lavorare, manifestare, scioperare, vestirci come ci pare, uscire. Abbiamo avuto accesso ai diritti fondamentali dell’uomo, ma che i diritti siano paritari è ancora un miraggio per lo meno in Italia.

DONNE OGGETTO

Siamo ancora considerate solo femmine. Quel che i media comunicano sulla donna, dopo tutti questi anni di emancipazione è ancora solo e mero sessismo. Ho condiviso con voi qualche settimana fa una riflessione riguardante Il Corpo Delle Donne, documentario e libro, che nonostante abbia qualche anno è ancora di assoluta attualità. Le donne sono sempre rappresentate dal punto di vista oggettuale, come contorno erotico e stupido, a qualunque cosa. O in alternativa le donne vengono dipinte in una soluzione come casalinghe, o per lo meno il messaggio che i media ci danno è che le donne devono sapere fare le cose di casa e dedicarcisi. Siamo considerate sciocche, interessate solo a trucco e parrucco, senza opinioni e sempre pronte a mostrar centimetri di pelle. Eppure nella vita di tutti i giorni noi donne siamo molto di più, il fatto che lo si debba sottolineare è assurdo.

DONNE E LAVORO

C’è molto da fare per portare la donna allo stesso livello dell’uomo. Le donne, quando lavorano, lo fanno con maggiore impegno, ma percepiscono uno stipendio inferiore. Non solo lo stipendio garantito ad una donna è minore a quello di un uomo per la stessa identica posizione, ma inferiore è anche la pensione.
Le posizioni di comando o di potere sono ancora un miraggio per la maggior parte delle donne in Italia, nonostante sia comprovata la maggiore efficienza delle donne in questo genere di ruoli.
Non vogliamo le quote rosa, vogliamo avere le stesse chance di un uomo ad un colloquio. Eppure è comprovato: a parità di qualifiche e competenze la scelta ricade sempre sul soggetto maschile.

DONNE E MATERNITA’

Strettamente correlato al punto precedente troviamo la maternità che incombe con un alone di inquietudine su tutte le donne, sia che i figli siano nei suoi progetti futuri sia che non lo siano affatto. Per il solo fatto di essere utero dotate, le donne, in questo Paese, risultano meno interessanti per il mercato del lavoro.
Le libere professioniste non hanno tutele per la maternità, non sono previste e vanno integrate privatamente magari con una polizza assicurativa, come se fossero lavoratrici di serie B.

DONNE E FAMIGLIA

Le donne sono ancora oggi considerate le uniche e le sole a doversi prendere cura dei figli, condividere i compiti genitoriali inizia ad essere una realtà, ma ancora oggi la maggior parte delle persone che vede un papà attivo dice alla madre che è fortunata.

Sono inoltre sempre le donne a doversi occupare di genitori e parenti anziani in situazioni in cui si necessiti un accudimento. Un ulteriore compito che grava quasi esclusivamente sulle donne, come se il ruolo di cura degli altri non possa essere svolta da un membro maschile. Certo le donne hanno maggiore sensibilità e senso pratico in questo, ma non è giusto nel 2017 che sia un’occupazione esclusiva.

DONNE E VIOLENZA

E come non citare in questo lungo elenco di ineguaglianze la violenza che in un Paese civile e industrializzato (o che tale si definisce) ancora oggi miete vittime donne. Violenze domestiche, stupri, femminicidi, ricatti, stalking. A questo le cronache ci hanno ormai abituate e moltissime donne nemmeno denunciano i loro compagni. Qui siamo alla base dei diritti e la legge per tutelare, prevenire e punire queste situazioni è ancora inadeguata. Manca il rispetto per la donna, perché dove c’è violenza c’è mancanza di rispetto.
Il mio pensiero per la Festa della Donna è qui. Spero di avervi stimolato una riflessione. Lungi da me bandire striptease, serate tra donne e vasi di mimose, ma ricordiamoci sempre che in quanto donne dobbiamo ancora lottare molto per poter essere alla pari con gli uomini.
Non solo dobbiamo migliorare la nostra posizione nel mondo, ma anche combattere il retaggio culturale femminile.
Già perché molto spesso sono proprio le donne a credere che le altre sbaglino quando scelgono un lavoro impegnativo avendo famiglia, quando le altre delegano le faccende di casa ai mariti (perché sono cose da donne), quando escono da sole o con le amiche, quando viaggiano per lavoro o semplicemente quando fanno ciò che credono.
Le donne devono poter essere libere di fare tutto. Di fare le casalinghe se lo desiderano o di dirigere importanti multinazionali. Di fare figli o di astenersi senza che nessuno le giudichi. Di andare ad uno striptease per l’8 marzo o di rimanere in casa a fare uncinetto o a leggere un libro. Possiamo fare tutto quel che vogliamo e dobbiamo fare tutto quel che vogliamo, cercando di cambiare questo mondo come hanno fatto prima di noi le donne che ci hanno fatto ottenere i diritti basilari. Il loro lavoro non è ancora concluso.
Buona Giornata Internazionale della Donna a tutte!

Potrebbe piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *