Leggo sempre molto, nonostante i tempi siano cambiati e debba ridurre il tempo per parlarvene. Cerco di mantenere la buona abitudine della lettura e di godermi questo momento tutto per me. Ci sono libri molto interessanti di cui vi parlerò nei prossimi giorni, che potrebbero essere buone idee regalo per amici e parenti appassionati di libri. Quello però su cui mi soffermo oggi sono i libri che non ho capito, che non mi hanno entusiasmato e che magari hanno avuto anche un grande successo.
Capita nella carriera di lettori di incappare in diversi libri che lasciano perplessi. Non parlo di quelli che ti lasciano perplessa positivamente, quelli sono sempre piacevoli. Parlo di quei libri di cui tutti parlano come la nuova scoperta, di quelli che in qualche modo hanno segnato un’era o quelli che ti vengono caldamente consigliati anche se poi non ti ricordi da chi.
Vi ho già espresso i miei dubbi su La Ragazza del Treno qualche giorno fa, ma non è stato l’unico libro che in questi mesi mi ha lasciato un’insoddisfazione anche fastidiosa. Perché quando si dedica del tempo alla lettura e non si ottiene la giusta gratificazione allora ti sembra di aver perso tempo prezioso che potresti aver dedicato ad un altro libro. Si sa che i lettori forti hanno l’ansia di non avere abbastanza vita per poter leggere tutto quello che desiderano.
Ecco i miei dubbi, che mi piacerebbe risolveste se la pensate al contrario o che mi confermaste se ritenete di pensarla allo stesso modo.
Quando ero incinta mi sono letta Delfini di Banana Yoshimoto
. L’autrice mi è sempre piaciuta, ho letto diverse cose sue. Qua si parlava di gravidanza e mi ci sono buttata. Ma alla fine non mi ha convinto. Sbaglio io? Mi sono persa qualcosa?
Un libro che invece proprio non ho apprezzato, forse non ne ho colto l’essenza è stato Destroy di Isabella Santacroce
. Un delirio. E forse era quello l’intento. Ma devo dire che non mi ha proprio presa. Qualcuno ritiene invece che sia un’opera da rivalutare? Se sì perché?
Poi c’è stato il mio amato Dottor Sigmund Freud con Gradiva
. Credo sia stato il suo unico libro che ho faticato a finire. Zero. Non me lo spiego, ho letto la maggior parte dei suoi scritti sin dalla (mia) più giovane età eppure Gradiva non mi ha insegnato nulla.
Un altro libro che mi ha lasciato lì come una pirla è stato L’Amore Fatale di Ian McEwan
. Avevo visto il film, che pure non mi aveva convinta. Un libro talmente insulso che ha guadagnato due misere stelline nella mia recensione Anobii.
Italo Calvino non rientra probabilmente tra i miei autori prediletti, seppure io possa esser definita un’amante dei classici. Gli amori difficili
è un insieme di racconti che non mi hanno saputo lasciar nulla. Decisamente non è roba per me.
Tra le più cocenti delusioni tra le mie recenti letture devo infilarci pure Giorgio Faletti con Pochi inutili nascondigli
. Entusiasta di altre sue opere, devo dire che invece questa è la sua peggiore. Sarà che il genere non fa per me, ma gli altri suoi thriller sono di gran lunga superiori.
Poi Schopenhauer e la sua Arte di capire le donne
proprio mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene. D’altronde il pensiero è di tempi molto lontani, ma forse mi ha fatta arrabbiare il fatto che alcuni concetti sulle donne purtroppo sono ancora troppo radicati nel pensiero maschile.
Un altro grande classico della letteratura italiana io l’ho trovato di una noia mortale. E’ La bella estate di Cesare Pavese
. Anche in questo caso credo che il problema principale sia che la corrente di appartenenza del libro non faccia proprio al mio caso, ma ad ogni modo è un libro che non rileggerei più.
La boutique del mistero di Dino Buzzati
è stata una delusione. In primis credo per il fatto che ho tanto amato questo scrittore per altre sue opere. In secondo luogo per il genere di racconti che non si sposano con il mio gusto. Credo però possa piacere a chi è appassionato del genere fantasy.
Non è, a mio avviso sindacabile giudizio, nulla di che nemmeno Il Catalogo delle Amiche di Isabella Bossi Fedrigotti
. Non ricordo il motivo per cui questo libro sia finito nella mia libreria, probabilmente ne avevo letto qualche recensione in giro e mi pareva interessante. Ad ogni modo sono storie di donne, carine in cui ritrovarcisi, ma mi aspettavo forse qualcosa di più.
I dolori del giovane Walter della Littizzetto
è uno di quei libri che leggi sorridendo, ma poi le cose ormai ti sembra di averle già sentite dalle sue labbra e a mio parere forse è un po’ ripetitivo. Sarà che la seguo abbastanza sia in fatto di libri che di programmi televisivi e radiofonici e ad un certo punto mi pareva di esser dentro un eterno déjà vu, o meglio déjà lit.
Mi ha preso male anche uno dei pezzi forti di Charles Bukowski, ovvero Donne
. C’è chi dice che sia la sua opera migliore. Devo dissentire. L’ho letto d’un fiato, sia chiaro, ma non è questo il suo lavoro più bello. O forse per me è passata l’età in cui tutto quello che usciva dalle sue mani era oro colato.
Voi cosa ne pensate? Avete letto questi libri? Vi sono piaciuti?