Lettrice

2 Libri Che Ogni Donna Dovrebbe Leggere

Mi emoziono quando sfogliando le pagine di un libro trovo risposte, motivazione e stimolo. Mi emoziono ancora di più quando i libri sono più d’uno. Raramente un libro che ho scelto mi delude, ma non tutti meritano di entrare sul ripiano della mia biblioteca dedicato ai miei preferiti. Oggi vi parlo di due titoli che mi hanno regalato molte emozioni, non tutte positive, ma importantissime.

Libri che ogni donna dovrebbe leggere è un titolo non esaustivo, ma il limite dei caratteri mi ha messo in difficoltà nel formulare il concetto in modo ottimale. Non male per una che di mestiere scrive testi per il web, direte, e avete ragione. In questo spazio però sono libera dai concetti SEO e dalle logiche di marketing. In fin dei conti questo non è uno spazio business è solo un angolo virtuale in cui racconto cose senza mirare a diventare un influencer in qualcosa.
Dicevo che il titolo non è esplicativo e soprattutto non è tale per il semplice fatto che i libri di cui vi parlo oggi NON sono destinati solo alle donne, anzi probabilmente dovrebbero leggerli molti uomini. Questi due libri dovrebbero essere letti da tutti, indipendentemente da sesso, religione, razza, età perché in modo diversissimo trattano un tema di fondamentale importanza: la situazione femminile. Di ieri, di oggi e ahimè di domani a meno che non si metta in moto una qualche consapevolezza reale che smuova le acque stagnanti.

Non mi piace definirli libri femministi, perché l’accezione del termine negli anni ha assunto una connotazione strana, che non rispecchia quel che in origine era il femminismo. Preferisco dire che questi due libri raccontano le condizioni della donna, che ci ricordano come il mondo non sia giusto nei confronti di un genere intero, in modo crudele, continuativo. Per le donne queste due opere sono un promemoria, o per lo meno con me hanno avuto questa funzione importantissima: ti danno uno scossone e ti dicono “Ma tu? Cosa stai facendo per migliorare questo mondo per le donne? Cosa vuoi tu in quanto donna?

Non mi sono mai ritenuta una femminista, forse proprio per l’immaginario stereotipato che ci hanno trasmesso e che invece non esiste. Siamo tutte femministe: lo siamo ogni volta che scegliamo qualcosa, che abbiamo un’opinione, che non ci facciamo sottomettere, che lottiamo per un ideale o per una causa, ma anche semplicemente quando deleghiamo all’uomo un’attività considerata “da donne”. Allo stesso tempo non lo siamo, nel pieno delle contraddizioni femminili, quando ci facciamo influenzare da un mondo maschile nei nostri comportamenti.

Non è stato facile, lo ammetto, buttarmi in una serie di libri così intensi a livello emotivo. Spesso ci nascondiamo nella nostra quotidianità, nei nostri doveri, nelle cose leggere, ma credo, come mi è già capitato di dire, che un libro arriva nella nostra vita al momento giusto indipendentemente dall’anno di edizione. E’ stato così per questi due libri, diversi per tantissimi aspetti, ma connessi da un sottilissimo filo trasparente.

 

E Dio negò la donna – Vittoria Haziel

356 pagine e più che mi hanno tenuta inchiodata la notte, nonostante la stanchezza, nonostante la rabbia e il mare di sentimenti che mi hanno travolta. Un libro che ho divorato per alcuni tratti. Un libro che ho lanciato contro il muro sconvolta di ciò che vi ho trovato dentro. Un libro che mi ha illuminato su certe dinamiche. Un libro che fa piangere, riflettere, che aiuta a pensare e il più delle volte fa tutto questo tutto insieme. Non si può rimanere indifferenti di fronte a situazioni a cui ci siamo brutalmente abituati tutti: violenza, ingiustizia, sottomissione, diritti negati, morte. Eventi tragici e crudeli che coinvolgono le donne in nome di Dio, o meglio degli Dei, perché non c’è nessuna religione che riconosca la donna come un essere uguale all’uomo.
Prendete e leggetene tutti. Leggete questo saggio e poi riflettete. E poi probabilmente qualcosa in voi si sarà smosso e avrete voglia di cambiare questo mondo nel vostro piccolo.

 

Ci vogliono le palle per essere una donna – Caitlin Moran

Finite le violente pagine della Haziel mi sono immersa nella satira femminista della Moran. Impossibile non ritrovarsi nei racconti della vita quotidiana di una donna qualunque. Meno immediato il fatto di riuscire a fare le riflessioni che il genio ilare di Caitlin Moran ci propone.
Non ci viene spontaneo credere che la maggior parte delle cose che facciamo o pensiamo anche inconsciamente sono frutto di un condizionamento sociale che ha radici molto lontane. Ci siamo dimenticate di quelle donne che hanno messo a ferro e fuoco il mondo per permetterci di poter scegliere oggi di fare quel che preferiamo: lavorare, non lavorare, avere figli o non averne affatto, depilarci le gambe o no, leggere un libro o rinunciarvi.
Se c’è un motivo per cui dovreste leggere questo libro è di certo per il suo andare contro quella corrente in cui la società ha confluito la donna, quella corrente che ogni tanto dovremmo imparare a risalire al contrario come i salmoni. Il succo del libro, per ogni svariato tema, è che dovremmo chiederci “per un uomo sarebbe la stessa cosa?”.

Alla fine arrivo a pubblicare questo post alla vigilia della festa della donna, di cui già avevo scritto col cuore in mano qualche secolo fa e forse non è un caso.

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