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Dalla Parte delle Bambine: un Libro di 45 anni ancora attuale (ahimé)

Prendi in mano un libro che ha qualcosa come 45 anni senza saperlo e senti il sangue che ribolle nelle vene per la verità immensa che cela. Poi ti rendi conto che è stato scritto nel 1973 e le cose non sono cambiate di molto e il sangue non bolle è più, è più simile alla lava.

Dalla parte delle bambine è un saggio di un’importanza fondamentale, non solo per chi ha delle figlie femmine, ma anche per chi si trova nella condizione di essere femmina, per chi ha il ruolo di educatrice/educatore, per chi vuole essere una persona civile.
Ci ho messo un po’ a decidermi a scrivere questo post. Volevo leggere anche il seguito e scrivere tutto in uno spazio unico, ma nonostante il grande desiderio di farlo non sono ancora riuscita a trovare il tempo di farlo. Intanto quindi riverso il mio profondo amore per questo saggio, da tempo delle pagine non mi turbavano a questo punto.
Chi mi conosce e chi segue questo blog da tempo non può che essere consapevole della mia fervida passione per la situazione femminile in generale. Seguo con fervore i casi di attualità e di cronaca che vedono la posizione della donna in perenne stato di inferiorità e nel mio piccolo lotto nella quotidianità per l’equiparazione di genere, per l’emancipazione femminile. Mi addentro in storie, vicende, cronache al femminile con la voglia di rovesciare questo mondo in cui solo gli uomini possono tutto.
Dalla parte delle bambine è un libro che mi è stato consigliato e che ho divorato con l’ansia di conoscere e di sapere che da sempre mi pervade quando i temi sono caldi. Mentre sotto agli ombrelloni circostanti c’erano Harmony e nuove interpretazioni di Sfumature di Grigio, io mi sono arrabbiata con il mondo, con gli uomini, con il sistema, ma anche con me stessa. Leggere queste pagine, poco meno di 200, mi ha inquietato e infervorato. Ho capito quanto, pur pensando di essere contemporanea e priva di pregiudizi, in realtà il retaggio culturale che ci hanno inculcato per millenni vive nel profondo dentro di noi.
Il sottotitolo del volumetto spiega in poche parole un mondo, quello dell’educazione e della sua fondamentale importanza nei primissimi anni di vita di una bambina: “L’influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita.”
 
Viviamo in un’epoca nettamente differente rispetto a 45 anni fa e nonostante si creda che le cose siano cambiate da allora, mi sono dovuta ricredere. Ci sono ancora tanti atteggiamenti, tante spinte inconsce ad “essere femmine” nei canoni prestabiliti dal mondo al maschile, ancora pensieri tradizionali che condizionano le stesse donne ad essere come hanno detto loro di dover essere.
L’educazione delle bambine è un tema importante, in modo particolare nei primi anni di vita. Se con tutte le mie forze lascio libera mia figlia di giocare con quello che preferisce, di appassionarsi a ciò che l’aggrada, dall’altra so che lì fuori c’è un mondo in cui ancora le donne non possono fare davvero ciò che vogliono, né applicare ciò che sanno, né alle stesse condizioni di un maschio. Poche riescono a trovare la tenacia per abbattere tutti questi ostacoli, vorrei vederne molte di più. Ci saranno educatori che in modo più o meno conscio la inviteranno a comportarsi secondo gli schemi, ci saranno persone che le diranno con cosa potrà giocare e cosa è invece è “da maschio”, cosa potrà diventare e cosa no. Confido che nei prossimi anni qualcosa migliori, che i talenti femminili verranno debitamente riconosciuti, che le possibilità di realizzare i propri sogni siano veritieri, che le retribuzioni si adeguino a quelle maschili, che alle donne vengano offerte le stesse occasioni, che si abbiano davvero pari diritti e non solo per iscritto.
Mentre combatto il mio piccolo quotidiano affinché per me e per mia figlia sia così, spero che questo libro arrivi in mano a tanti genitori, educatori, nonni, a tutti. Regaliamo un futuro equo e incondizionato alle nostre figlie, o per lo meno proviamoci.

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