Inizio il nuovo anno con il consueto (e mai soddisfatto) buon proposito di scrivere di più, di aggiornare il blog con una certa regolarità. Voglio sperare che questo 2023 sia così e voglio cominciare dal libro che più ho amato lo scorso anno: Il lavoro di una vita. Sul diventare madri di Rachel Cusk.
Non è un libro di puericultura, non è un saggio su come diventare mamme perfette, non è un manuale per crescere bambini e bambine ideali, non è nemmeno un romanzo rosa. E’ un ibrido, un saggio che parla di maternità in modo nettamente differente da ciò a cui siamo abituate. E’ la storia di una donna, l’autrice, che racconta tutto il non detto dell’idilliaco (o forse no) viaggio del mettere al mondo figli.
Aggiungo alla mia wishlist di lettura una media di 2 libri al giorno e pur sapendo che in una vita intera non riuscirò a leggerli davvero tutti, non posso farne a meno. Nello scorso anno ho però aumentato di molto il volume di lettura rispetto agli anni precedenti, tornando alla mia media di circa 1 libro e mezzo a settimana, media che avevo quando ero studente più interessata alla lettura individuale che ai manuali universitari. Goodreads dice che nel 2022 ho letto 93 libri, contro i 42 dell’anno precedente.
Tornando a noi, non ricordo come questo libro ci sia finito, forse da un post di Instagram o da un consiglio di un blog a tema librario, e un po’ mi dispiace perchè vorrei ringraziare qualcuno di questa scoperta. Non conoscevo Rachel Cusk, scrittrice inglese di saggi e romanzi (ovviamente pure questi ora finiti in wishlist), ma questo incontro letterario mi è piaciuto molto.
Di cosa parla il libro di Rachel Cusk
Il lavoro di una vita – sul diventare madri è un libro forte, non per tutte come ho anticipato presa dall’entusiasmo della lettura in un post di Instagram. Lo introduce egregiamente nelle primissime pagine l’autrice stessa che rivela quanto sia stato difficile affrontare le violente critiche sulla sua genitorialità o sull’essere mamma.
La sua “colpa” è stata quella di mettere nero su bianco ciò che le mamme non dicono, perché non possono e non sarebbe politically correct, perchè siamo obbligate a tramandare una facciata di beatitudine e bellezza sulla genitorialità, perché la rinuncia è una condizione di normalità quando si parla di femminile..
Ho amato dall’introduzione questo libro. Mi sono sentita rappresentata, vicina al suo pensiero. Ed era la prima volta che un libro che parla di mamme ci fosse riuscito. Questo, pur avendo avuto una gravidanza serena e una bambina molto buona cosa che mi hanno concesso di vivere piuttosto positivamente quest’esperienza che mi ha reso madre. Non ero sola, dunque, ad essere una mamma strana, anomala, insensibile, egoista, ecc ecc. (potrei continuare questa lunga lista di aggettivi che mi hanno attribuito per delle pagine.. quindi mi limito ad un ecc, ecc.).
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Citazioni dal libro Il Lavoro di una Vita – sul Diventare Madri
Ci sono dei passaggi che ho apprezzato molto e che vorrei condividere qui, senza spoilerarvi comunque troppo sul libro. L’affrontare il lavoro quando si è madri e donne, soprattutto all’inizio è ben espresso nel testo che riporto d i seguito.
“Per essere una madre devo ignorare le telefonate, lasciare il lavoro a metà, venir meno agli impegni presi. Per essere me stessa devo lasciare piangere mia figlia, anticipare le sue poppate, abbandonarla per uscire la sera, dimenticarla per pensare ad altro. Riuscire a essere l’una significa fallire nell’essere l’altra. La frattura tra la madre e il sé è meno netta di quanto avessi immaginato in taxi, eppure è stata anche una premonizione; perché in seguito, anche nei momenti migliori, non ho mai l’impressione di essere andata oltre tale frattura. Ho semplicemente imparato a legiferare perdue stati, e a rafforzare il confine fra di essi.”
In un altro punto del libro, Rachel Cusk affronta una tematica spesso sottovalutata: il tempo libero dopo la maternità. Anche per è una delle cose di cui ho più nostalgia: le cerniere libere, le lubrificanti ore vuote come lei le definisce.
“Adesso, quelli che tra i miei amici hanno figli sembrano patire lo stress di una routine precaria e mal organizzata, che inasprisce anzichè alleviare la loro schiavitù: schizzano fuori di casa per portare i bambini a una vigilatrice d’infanzia, schizzano a riprenderli quando escono dal lavoro, mercanteggiano febbrilmente sui minuti con ragazze alla pari o bambinaie; negoziazioni al cardiopalma, portate avanti sotto la minaccia di una scadenza inappellabile, come se alle sei del pomeriggio la bambinaia potesse svanire in uno sbuffo di fumo, o la vigilatrice depositare i bambini sotto la pioggia. Niente pause, nè lubrificanti ore vuote. Era precisamente il lusso di quelle ore, quelle cerniere libere e senza preoccupazioni tra un impegno e l’altro che segretamente desideravo riavere, perchè con la nascita di mia figlia erano sparite e probabilmente per qualche anno non sarebbero ricomparse. Mesi dopo la sua nascita ero ancora offesa e incredula, come per una sentenza incomprensibile e abietta, dal fatto di non poter più dormire o guardare un film o passare un sabato mattina a leggere, di non poter passeggiare senza restrizioni nel tepore di una sra estiva, o andare a nuotare o al pub per una birra. La perdita di tutte queste cose sembrava un prezzo alto, esorbitante, da pagare per il privilegio della maternità; e anche se molto mi era stato restituito nella persona di mia figlia, non era un pagamento in natura e neppure in una diversa moneta; di fatto non era in nessun modo un risarcimento. Non c’era correlazione fra la mia perdita e il mi guadagno, non erano calcolati in funzione di un qualche bilancio finale e definitivo.”
Dove trovare il libro Il lavoro di una vita – sul diventare madri
Per concludere qualche info pratica sul dove reperire il libro di Rachel Cusk. Lo trovate facilmente in ogni libreria fisica e digitale. E’ disponibile anche nelle biblioteche tradizionali e in noleggio ebook su Mlol.