Quando ho preso in mano il mio ebook e ho comunicato che iniziavo a leggere “La Coscienza di Zeno” di Italo Svevo qualcuno ha osato chiedermi se fossi pazza o cosa. Avendo da poco abbandonato un libro della letteratura russa perché non riuscivo a proseguire, cosa che non mi accade quasi mai, un po’ mi son spaventata.
Alla fine invece me lo sono divorato questo masterpiece della letteratura italiana da 416 pagine. La coscienza di Zeno è un gran bel libro. Riprendetelo in mano senza gli obblighi scolastici e lo troverete davvero avvincente.
Secondo me il problema con certi classici è che sono i professori che abbiamo alle scuole dell’obbligo a farceli odiare. Non è stato il mio caso, ho sempre avuto ottimi docenti di letteratura però non tutti hanno di queste fortune, motivo per cui spesso ci si ritrova ad avere instillati pregiudizi di pallosità sui grandi libri della storia. E’ un problema di metodo di insegnamento, la scuola italiana non è particolarmente innovativa a riguardo. Purtroppo.
E’ stato come per Dante. Me lo sono sorbito alle medie, alle superiori, ma è stato all’università che ho imparato ad apprezzarlo prima delle versioni di Benigni. All’università mi è capitato tra i libri di testo “Dante” a cura di Giuseppe Ledda e grazie a questo ho imparato ad apprezzare i canti trecenteschi.