Forse le mie erano aspettative diverse. Io credevo, ingenuamente, che essendo un corso dedicato a donne adulte, chi più chi meno, ma sufficientemente grandi da essere gravide, fosse un luogo di scambio e di crescita. Credevo che mi avrebbero insegnato ad affrontare il giorno del parto, che avrei ricevuto dei consigli utili in modo delicato e che avrei avuto modo di confrontarmi con altre donne nella stessa situazione. Forse mi aspettavo di trovare delle donne come me e come le mie amiche: donne forti e con delle opinioni, donne che non avessero paura di chiedere o di dire.
In primis gli incontri pre parto non sono adatti ad ospitare chi ha idee diverse da quelle dell’ostetrica che li tiene. A quanto pare non si possono fare obiezioni, chiedere motivazioni per le contraddizioni proposte o avanzare delle proposte. Sono lezioni frontali cattedra – insegnante versus banco – studente. Io dico la mia perché ne so e tu non puoi insinuare nessun dubbio. Possono mettere in cerchio tutte le sedie del mondo, ma riesco a notare la differenza tra un dibattito aperto e una lezioncina con la bacchetta anni Cinquanta.
Ho capito alla prima lezione che quello non era il posto per me. Forse era il posto per la maggior parte di quelle donne incinta, ma non per tutte. Sono finiti da un pezzo gli anni in cui prendo alla lettera quello che una persona mi dice, soprattutto dopo che oggi come oggi siamo tutte anche troppo informate su come funziona la gravidanza.
A me non piacciono le contraddizioni. Non mi piace il fatto che tu insegnante non sia in grado di controbattere quando io ti faccio notare che c’è una contraddizione di fondo tra quello che dici un giorno e quello che dici il successivo. O credi che non ti ascoltiamo durante le due ore in cui ci tampini di messaggi verbali o non verbali, o credi che siamo una massa informe e senza cervello.
Non puoi passare una lezione intera a dirmi che:
- Il bambino non deve piangere, perché quando lo fa è già disperato.
- Non avrai tempo di farti la doccia, anche per giorni. (Questo confermato anche da donne che già avevano avuto precedenti figli)
- Non avrai tempo di mangiare, ma fattene fare perché è importante per l’allattamento.
- Devi sbattere fuori di casa eventuali ospiti almeno nel primo mese a casa col bebé.
- Se qualcuno vuole venire a trovarti mandalo a farti le commissioni, fagli fare le pulizie, chiedigli di farti i lavori di casa.
- Devi regolare le tue giornate secondo i ritmi del bambino e di conseguenza allattare a richiesta e non più ad orari come le stesse ostetriche facevano fare fino a poco tempo fa.
- Il co-sleeping è importantissimo, dovreste dormire con il bambino finché lo richiede. Se invece optate per il lettino, mi raccomando meglio un sacco nanna e niente paracolpi, altrimenti si soffocano.
- Il contatto è fondamentale. Tenete i bambini sempre addosso, con la fascia per esempio. Non lasciateli mai soli.
- Il latte materno è una cosa che arriva dal cervello. Tutte le mamme hanno latte. Se non arriva è perché la mamma è troppo stressata o perché la mamma ha qualcosa che non va a livello psicologico.
- ….
- Credo sia ragionevole pensare di dormire e di provare almeno a fare qualcosa in casa quando il bambino dorme. Invece secondo questa teoria dovrei stare a guardare il bambino per vedere se per caso fa un movimento che potrebbe sembrare segno di risveglio affinché non si stressi? E non è snervante e stressante per la mamma? Non sarebbe sufficiente prenderlo in braccio appena sentiamo che si muove e che inizia a far qualche versetto?
- Ma a dire il vero nessuna delle mie amiche si è mai presentata con la doccia da fare da giorni, nemmeno a pochi giorni dal parto. Forse questo è un po’ estremista. Ci sarà anche chi non si lava, ma il pupo dormirà 5 minuti, dico 5, in cui possiamo lavarci anche velocemente, no?
- Quindi non ci laviamo e non ci riusciremo a cucinare una pasta o un piatto qualsiasi di Quattro Salti in Padella? Non ho mai visto nemmeno donne denutrite e non tutte hanno la donna di servizio o la suocera che cucina per loro. Mangeremo magari ad orari diversi adeguandoci alle esigenze del nascituro, ma perché dovremmo farne a meno…
- Se i primi giorni di vita del bebè sono così sacri che nessuno dovrebbe varcare la soglia di casa nostra per un mese, perché allora in ospedale ce li lasciate in camera con il via vai delle visite di parenti e amici propri e delle compagne di stanza? Non è contraddittorio? E poi come si può pretendere di avere una vita sociale se si sbattono fuori le persone che sono evidentemente interessate all’arrivo del piccolo?
- Ma seriamente: c’è qualcuno qui in grado di aprire la porta all’amica e dirle “Ciao, puoi stirare sta roba per favore?”. E’ chiaro che vengono per vedere la creatura, sinceramente se arriva qualcuno io non me la sento di dargli la lista delle cose da fare. A sto punto preferisco lasciare che si accumulino le cose e prima o poi me le farò. Sbaglio io?
- L’allattamento a richiesta può avere anche senso, ma gli orari non sono un tantino più pratici per rendere un minimo la vita più semplice ad una mamma? E’ così controindicato e sbagliato provare a dare degli orari?
- Perché se il bambino dorme in un lettino con i paracolpi rischia di soffocare, mentre nel lettone con i genitori dove ci sono sicuramente lenzuola e due persone no?
- Il contatto continuo è molto bello a livello teorico, ma quando si torna a lavorare e il bambino deve rimanere con qualcuno non possiamo pretendere che poi rimanga sempre in braccio ai nonni o all’insegnante del nido. Come si gestisce questo?
- Vuol dire che tutte le donne che non hanno latte è per colpa loro? Mi sembra poco delicato. E ve lo dico perché lavorando in prima infanzia vedo tutti i giorni donne distrutte, depresse ed esaurite per l’allattamento. Comprendo benissimo l’importanza del latte materno e credo lo sappiano tutte le mamme, ma non c’è un modo meno violento di dire alle mamme che è meglio che allattino? Non credo dir loro che non ne hanno per colpa loro sia utile.