Gravidanza

Diventare Mamma: Viaggia Vomita Torna

C’è chi ha la fortuna di farsi la maternità dal primo giorno a casa e quindi può (in teoria) viaggiare molto e godersi al massimo questi 9 mesi. C’è chi lavora fino alla fine, come la sottoscritta, ma qualche viaggio se lo può concedere. Ma possiamo davvero andare dove ci pare quando siamo in dolce attesa? Vi diranno di no.

Appresa la notizia della gravidanza, abbiamo rimandato per l’ennesima volta un bel viaggio ai Caraibi che a questo punto chissà se faremo più. Non ci sarebbero state particolari controindicazioni, ma sono stata circondata da dubbi e consigli non richiesti che alla fine mi hanno fatto desistere, se non altro per il fatto che già ero classificata a rischio.

I primi tre mesi sono quelli in cui ci si sente peggio. Si è stanche, affaticate e si dormirebbe sempre, la nausea dà il meglio di sè in questo periodo della gravidanza e quindi non ci sono ottimi presupposti per partire in queste condizioni.
Quando sei classificata a rischio, ma anche quando non lo sei, ti continuano a dire di non fare troppi sforzi. Il che non coincide esattamente con il mio genere di vacanza, che in genere passo in maratona di attrazione in attrazione senza sosta. Quindi l’opzione per viaggiare sicure in gravidanza è condensare attività motorie e relax.
I viaggi in auto erano il mio incubo. Non soffrivo di mal d’auto dalle elementari. I primi mesi li ho passati invece con i braccialetti antinausea per la maggior parte dei miei spostamenti, sia da passeggera che da autista.
Guidare al nono mese è stato più o meno un’impresa. La pancia occupa spazio, arretri il sedile e rischi di arrivarci a malapena ai pedali. Lo so che dicono di non guidare a fine gravidanza, ma che volete che vi dica, io non potevo farne a meno.
Il treno con le vibrazioni meccaniche i primi mesi è sconsigliato. Per me il problema più che altro è che dove vivo io il treno impiega più o meno un paio d’ore solo per arrivare ad una stazione con delle coincidenze interessanti.
In aereo nessun problema, se ti porti appresso un certificato di gravidanza che attesti le settimane di gestazione. Temono che sforni il pupo a bordo, metti mai che ti debbano regalare qualche miliardo di miglia aeree.
In nave non mi ci sono neanche azzardata. Non ci sarebbero controindicazioni. Non ho mai avuto problemi di nausea, ma non ho voluto rischiare di passarmi una settimana appesa alla tazza del water di una cabina.
Alcuni Paesi esteri sono praticamente banditi. O ci inietta un litro di vaccini per le malattie più disparate, il che in gravidanza è sconsigliato o bisogna optare per qualcosa di più vicino e più sicuro. Bisogna considerare eventualità che prima non si erano valutate come la situazione sanitaria di un Paese, nel caso insorgano problemi durante il viaggio o in caso di parto pretermine.
Anche dal punto di vista nutrizionale bisogna stare bene attenti all’estero, per non incappare nel classico problema intestinale. Quindi se si viaggia solo acqua in bottiglia, niente ghiaccio e niente frutta e cibo crudi. Ecchepalle. Già hai tutti i retroscena della toxoplasmosi, figurati poi se vai in vacanza e devi analizzare ogni alimento.
E poi ci sono i parenti che ti tirano matta. Ti dicono che non è il caso, che è pericoloso, che potresti partorire lontano da casa e via dicendo. Tutti onesti portatori di ansie.
E sti cazzi!
Ho viaggiato fino a poche settimane prima della deadline, portandomi appresso tutta la documentazione e la valigia per l’ospedale quando ero in auto. Ho dedicato più tempo alle città italiane, ma mi sono concessa anche una settimana di cultura e divertimento a Malta. Il mio mantra era sempre “viaggia, perché tutti dicono che poi una volta nata la bimba non viaggerai più”.

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