Dicono che il blog, così come lo avevamo conosciuto nei primi 2000, sia morto. Probabilmente è vero. E quindi io cosa faccio? Mi compro un dominio nuovo di zecca con l’intento di riesumare il mio vecchio (ma caro) hobby. In questi ultimi tempi sento un gran bisogno di scrivere, di condividere. Questo è il motivo. Non certo creare community, influenzare le masse o monetizzare (anche se quest’ultimo male non farebbe). Ho solo voglia di scrivere.
Quindi eccomi di nuovo qui a scribacchiare su internet per soddisfare un po’ quest’esigenza. Ho passato gli ultimi giorni da vera nerd a scegliere domini, a districarmi con gli hosting, a importare archivi, ritaggare post, correggere testi e fare tutte quelle cose che stanno dietro al restyling di un sito web. Certo, avrei potuto fare tante altre cose più interessanti di cui potrei fare un lungo elenco con molte voci vietate ai minori. Ma devo ammettere che smanettare tra codici, plugin, widget mi era mancato un sacco.
Come dominio ho scelto una domanda che mi fanno spesso, a volte con sincera curiosità altre con irriverente ironia: “Ma cosa scrivi sempre?”. Io sono quella che gira sempre con una penna ed una Moleskine in borsa. Sempre. Poco importa se debba andare in ufficio, a cena con le amiche o dal dentista. Metti mai che mi venga in mente qualcosa da appuntare. Metti mai che senta una frase da riutilizzare. Metti mai che impari una parola nuova. Metti mai che mi venga l’ispirazione per un incipit. Metti mai.
Scrivo di tutto. Perché amo tutto. E ho capito da poco come si chiama questo “problema” delle passioni totalizzanti per tantissime cose, questo desiderio profondo di imparare tutto, questa perenne insoddisfazione per mancanza di reale tempo per fare davvero tutto quello che vorrei. Dicono si chiami multipotenziale e scoprire che là fuori ci sono un sacco di altre persone con le stesse sensazioni di inadeguatezza mi ha fatto sentire meno sola, meno strana.
Chi mi conosce (o chi mi segue) dai primissimi tempi ormai sa quale siano i miei temi caldi. Le categorie che corrispondono ad altrettante domande/frecciatine che quotidianamente mi fanno e a cui rispondo con leggerezza e che ho tramutato in hashtag sul mio feed Instagram.
- Ma cosa leggi sempre? Anche le etichette dei bagnoschiuma.
Narrativa in prevalenza di genere thriller e crime, ma non disdegno la letteratura erotica.
Poesia pochina, ma ben selezionata come la Merini, Baudelaire, Hikmet e Neruda.
Saggistica in ambito psicologia, sessuologia, femminismo.
Manualistica professionale a tema business, comunicazione e marketing, ma anche di scrittura.
Graphic Novel a volontà, soprattutto nei miei venerdì sera solitari. - Ma che stile è esattamente il tuo? Hai detto bene: esattamente il mio.
Un mix and match di cose che mi piacciono, che non necessariamente dovrebbero essere indossate insieme e non sempre all’ultimo grido. E per lo più nere. Son pur sempre una strega moderna. Lo stesso vale per il design, per la casa e similari.
Un passato da consulente di bellezza mi porta sempre ad analizzare con cura i cosmetici che scelgo e senza integratori non sarei in grado di fare tutto quello che faccio, quindi anche di questo scrivo. - Bevila una cosetta! Vi svelo un gran segreto: non sono astemia!
Abito nel paese della birra e a due passi dalle colline del prosecco, metteteci pure che ho lavorato per decenni dietro il bancone di un bar, mi sembra più che naturale non disdegnare un bicchiere. Non credo ci sia nulla di più rilassante la sera, dopo certe giornate devastanti, che sorseggiare un drink fatto bene, un calice di vino o una birra artigianale. - Mangiala una cosetta! Si, punto a crepare a pancia piena.
Si sono edonista, amo i piaceri della vita e non sono di certo nel club delle diete perenni. Mangio in modo sano e vario, prevalentemente mediterraneo per la maggior parte dei pasti. Questo mi consente gli strappi alla regola che avvengono soprattutto nel weekend.
Amo i buoni ristoranti, il cibo succulento e ho una certa ossessione per il gelato. Sarà che dentro al mondo del gelato ci lavoro, sarà che per me non ha stagione, ma è davvero l’unica cosa che non manca mai a casa mia. Potrei trovarmi senza sale, senza zucchero, senza pasta, ma non senza gelato. - Ma che madre sei? Eh, di merda o detto con più classe unconventional.
Sono una mamma, ma non solo. E questo a volte alle mamme non viene perdonato, io di ciò me ne frego. Anche le mamme hanno diritto alle loro esigenze, alle loro passioni, alle loro carriere. E in un mondo già così complicato per le donne in generale non mi va certo di autoimpormi delle regole di martirio e rinuncia per mera convenzione sociale. - Ma sei anche femminista? Certo, quell’anche dovrebbe essere un insulto?
Sì, sono femminista. O quanto meno di provo. Leggo, studio, discuto, metto i paletti. Nel mio piccolo, nelle battaglie quotidiane, nel dare l’esempio. Vorrei fare di più, affinché le donne siano considerate al pari degli uomini. O meglio: affinché le persone, TUTTE le persone, siano semplicemente persone. Qualunque sia il loro genere, il loro status, la loro nazionalità, la loro razza, il loro orientamento. - Ma cosa pensi sempre? Siamo esseri pensanti (quasi tutti) e dobbiamo farlo.
Io non riesco proprio a farne a meno, in particolare quando spengo tutto prima di dormire e il silenzio fa fluire i pensieri. Penso, trovo soluzioni (a volte), rifletto, rimugino, ho un sacco di idee e penso come renderle vere. E le appunto sul notes che ho sul comodino (ecco il perché del nome del dominio ed ecco il motivo per cui mi servono integratori). - Ma sei sempre in giro? Anche si.
Vicino, lontano, sola, con le amiche, con lui o in famiglia. Perché mai privarsi della gioia di scoprire, vedere, toccare? Tendenzialmente fan dei viaggi on the road da me pensati, organizzati e gestiti, ma ho provato anche i viaggi organizzati, le crociere e i villaggi vacanza. Predilezione per gli hotel moderni e minimali, ma ho alloggiato in ostelli, tende, baite, bed & breakfast, appartamenti e molto meno comodi sedili di automobili.
Nella realtà non lo so nemmeno io di cosa tornerò a scrivere. Vorrei lasciar fluire l’ispirazione tra i miei interessi variegati e scrivere semplicemente di quel che mi va. Il bello di un blog spontaneo è che non deve rispondere a esigenze di redazione, a ritmi e frequenze obbligate, al politically correct, ai dati delle visite e delle condivisioni e a tutte le regole di questo mondo.
So che per essere oltre un anno che non scrivevo per il mio blog, non ho avuto difficoltà a trovare parole, anzi se lo guardo in ottica professionale, il post ha preso una lunghezza poco SEO friendly, ma who cares.