Mando curriculum ad ogni azienda del triveneto, contatto quelli che mi promettono colloqui da mesi, cerco di avere quei quattro soldi che mi devono per lavori svolti lo scorso anno, faccio le pulizie di casa e pure le pulizie di primavera, cucino, faccio dolci, faccio un po’ la babysitter ai miei nipoti (almeno questo con piacere), guardo ER la mattina mentre traduco un libro di sociologia dall’americano all’italiano, guardo i Simpson giocando a Chefville, leggo i tweet geolocalizzati e gli hashtag di mio interesse, pastrocchio con Pinterest e sistemo le mie foto che un giorno stamperò, scrivo blog, guardo film la sera che non so perchè ho scelto, leggo molti libri, copio citazioni equando ho voglia scrivo. E a volte soffro pure di insonnia e allora giro per casa alle 4 di mattina sorseggiando camomilla che detesto.
E poi c’è il planning di cose che non si sa se avverranno mai davvero.
L’unica cosa che so è che non me ne importerebbe di quasi nulla di tutto quello che faccio in queste giornate atipiche e noiose, vorrei solo lavorare.
Alzarmi la mattina, fare colazione, andare a fare un qualsiasi lavoro, non pretendo neanche che mi piaccia, pranzare, lavorare ancora e tornare a casa per cenare con lui.
Basta. E invece niente.