Giocare in strada
con Bambini

Giocare in Strada un Diritto dei Bambini: l’esempio di Sfruz

Da quando sono mamma ci penso spesso. Oggi il mondo è completamente diverso da quando eravamo piccoli noi e non sono poi passati così tanti anni, o per lo meno mi piace crederlo. Noi giocavamo per strada. Di questi tempi sembra una follia.

Io ho passato buona parte della mia infanzia in strada, a fare i giochi tradizionali, senza ansie e pericoli reali. Giocavamo all’aperto tutto l’anno, estate e inverno. La supervisione dei genitori avveniva da finestre e balconi, sereni del fatto che non poteva succedere niente più di una litigata o una sbucciatura alle ginocchia.
I bambini di oggi sono invece reclusi in casa, al massimo accompagnati al parchetto ma sempre sotto costante supervisione e intromissione dei genitori per prevenire le cadute, i bisticci, le spericolatezze. Playstation e tablet in prima linea e fuori le strade sono popolate solo da passanti frettolosi e vecchietti che osservano i lavori in corso. Dove sono finiti i bambini? Dove sono finiti i giochi di strada?
Vorrei che la mia polpetta potesse giocare fuori senza problemi, vorrei che avesse degli amichetti autorizzati a passare del tempo all’aperto senza stress. Fortuna mia vivo in un piccolo paese in cui tutto questo è ancora possibile, in cui c’è sicurezza per le vie.
Sono consapevole del fatto che per la maggior parte delle città italiane ciò non sia più possibile, per il traffico a livelli assurdi, per il disagio sociale che crea criminalità e malaffare, per i pericoli reali. Ma è una tristezza. Anche in città in passato si poteva giocare al parchetto sotto casa in serenità, oggi non comprendo se siano pericoli reali o se siano costruzioni mentali in cui ci chiudiamo in qualità di genitori iper protettivi.
Le grandi capitali europee ci mostrano come i bambini escano in autonomia, mentre gli italiani sono accompagnati a scuola anche quando abitano a cento metri dall’istituto. Leggendo questo articolo del Time qualche tempo fa ho compreso che il mio mood è sempre più affine a quello germanico che a quello del Bel Paese.
Tornando al gioco in strada ha catturato subito la mia attenzione un articolo de La Voce del Nordest di qualche settimana fa. Si narra del piccolo paese di Sfruz, nella Val Di Non, Trentino Alto Adige. Poco più di 300 abitanti, una chiesa e tanto verde a 1012 metri sul livello del mare. Il gradevole paesello di Sfruz è rimbalzato alle cronache per l’apposizione di cartelli stradali non comuni: quelli che informano che i bambini qui giocano in strada e pertanto si deve prestare attenzione. E’ stato un desiderio del Sindaco Andrea Biasi che non vuole veder tramontare questa tradizione e questa opportunità per i suoi cittadini più piccoli.
Un esempio che tante amministrazioni dovrebbero adottare, compatibilmente con le possibilità. Voi cosa ne pensate? Lasciate giocare i bambini in strada dopo averli opportunamente istruiti sui pericoli oppure preferite sorvegliarli a vista nel perimetro del parco?

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