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Diario di Viaggio: Zanzibar – Tanzania prima parte


Zanzibar è stata la meta prescelta per il viaggio di nozze. Lo scorso dicembre infatti mi ha fatto chiudere l’anno in bellezza con spiagge meravigliose, relax e uno scorcio su un mondo che sembra lontano e che ti lascia dentro un je ne sais pas quoi.

Non sono mai stata fan dei villaggi turistici, sono più una da on the road, ma dopo mesi di stress da condividere tra preparativi matrimoniali, stage per sei ore al giorno e altre quattro di articoli è stata la scelta più easy da fare.

Dicembre al caldo è stata un’ottima decisione, i malesseri di stagione sono praticamente scomparsi con l’aria iodata e il dolce tepore dei 30 gradi. La partenza da Milano nella nebbia e nel freddo, con la presenza dei Forconi qui e là non ha dato particolari problemi. La cosa strana in questo Paese è che convenga andare a Milano in auto e lasciarla parcheggiata rispetto ad usare il treno. Il costo del treno è spropositato e in proporzione meglio un pieno di gasolio e un parking low cost in zona aeroporto.

Volo con Neos Air, compagnia italiana, su cui nulla da eccepire come organizzazione e gentilezza, ma che come spazio personale su tratte lunghe lascia a desiderare soprattutto considerando che si viaggia con tanti altri italiani, che molto spesso l’educazione e il bon ton non sanno cosa siano. Ad ogni modo il volo in economy per 8 ore non è molto confortevole sui sedili così stretti e poco spazio per le gambe. Promemoria per la prossima volta, meglio spendere un po’ di più ma garantirsi uno spazio vitale adeguato.

Abbiamo scelto il Bravo club di Kiwengwa su consiglio dell’amica agente di viaggio Giulia come alloggio della nostra settimana di relax. Ottima struttura con reception in tema con la località e camere molto spaziose. Letto con zanzariera anti insetto e un kit di insetticidi pronti all’uso di cui fortunatamente non abbiamo dovuto aproffitare. La presenza di un piccolo geko ha tenuto lontane le zanzare e tutto il resto. Certo in terrazzo li vedi certi scarafaggi giganti, ma non c’è problema nemmeno per una donzella come me che fa salti di terrore alla vista di una formica, basta starne lontani. Se vogliamo completare la recensione della stanza bisogna dire che i bagni pur essendo molto puliti, ampi e vivibili avrebbero bisogno di una rinfrescata.
Il personale era delizioso, simpatico, coinvolgente e mai invadente che era la mia paura non essendo avezza ai villaggi turistici. Lo staff cucina, bar e pulizie è sempre stato al top, mentre gli animatori meritano un discorso a parte che svilupperò nei prossimi giorni. Ad ogni modo le attività proposte, gli spettacoli e la presenza sono parte fondamentale dell’esperienza di viaggio.
La spiaggia era meravigliosa, inutile forse dirlo e la presenza dei celebri beach boys fa parte della peculiarità della località. I ragazzi che invadono la spiaggia cercando di venderti decine di manufatti artigianali, bijoux e accessori sono una costante e vantano grandi capacità di marketing, ma anche di questo voglio scrivere in modo più approfondito in un post dedicato.

Le escursioni proposte dal villaggio sono molto belle e interessanti, anche se hanno costi un po’ salati se le si vuole fare tutte. C’è chi sceglie di farle con i suddetti beach boys che ne propongono le stesse versioni a prezzi contrattabili e più accessibili.

Zanzibar ad ogni modo è Africa e tutto questo lusso di un all inclusive con cocktail e cibo a iosa, ogni comfort e ogni agio contrasta in modo evidente con quel che si vede appena usciti dai confini del villaggio turistico. Fuori di lì si deve stare per ricordarci cos’è davvero importante in questa vita e non per farsi le fotografie con i bambini da mostrare agli amici su Facebook. Io, per scelta, non ho fotografato i piccini pur essendo gli zanzibarini molto socievoli e disponibili in questo senso, perchè credo che non siano un’attrazione turistica. La povertà e la miseria che potete incontrare in un luogo che dopotutto non se la passa male come può essere Zanzibar, meta di turismo di successo, è qualcosa che vi farà riflettere sui veri valori della vita e sul senso che le dobbiamo dare.
Un consiglio che vi do quando partite per mete africane lasciate una valigia libera e riempitela di abiti e oggetti che non usate più e portatele a queste famiglie che vivono di piccoli guadagni derivanti dai vostri acquisti di souvenir e null’altro. Tanto a voi non mancherà nulla, al mare non vi serviranno che parei e costumi e qualche outfit per la sera e al ritorno la vostra valigia potrà riempirsi di tanti ricordi artigianali da portare in Italia.
I miei racconti zanzibarini non finiscono qui, ve lo garantisco. Ci sono tante altre cose da raccontare su quest’isola e sulla sua popolazione che ne avrò per un bel po’ e che vi invoglierò a prendere il volo.

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